Storia - Belmontese

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ASD Polisportiva Belmontese
Belmonte Piceno, un nome una tradizione sportiva!
 La Polisportiva Belmontese nasce nel marzo 2003 in un paese che fin dal dopoguerra si è distinto per la sua innata capacità di organizzare eventi e manifestazioni sportive

Famosissima è, tra le manifestazioni religiose la festa della Santa Croce che risale addirittura ai fini del 1700.

Altrettanto famoso, in ambito sportivo, è il Gran Premio del Lavoro dove hanno corso Coppi, Bartali, Magni, Moser, Saronni, Bitossi ed ancora molti altri grandi professionisti, e la famosa Maratona del Piceno (oggi del Piceno Fermano) nata negli anni ‘80 a Belmonte Piceno, già all’ora kermesse internazionale..

Lo spirito che ha fatto nascere la Polisportiva non è solo quello agonistico ma soprattutto quello di aggregazione e di svago dallo stress e dai pensieri quotidiani.

Il gruppo, supportato da molti simpatizzanti locali, è diviso in cicloturisti e amanti della Mountain Bike ma tutti coesi e solidali per la buona riuscita delle manifestazioni.In sette anni di vita sono state organizzate numerose manifestazioni sportive,gare cicloturistiche, mountain bike, di ciclo cross e spettacoli di beneficenza.

Fiore all’occhiello della nostra associazione è la recente ammissione del nostro tracciato di gran fondo mountain bike al circuito Conero Cup regionale.

La nostra associazione annovera tra le sue attività anche una agguerrita squadra di calcio a 5.
Belmonte Piceno (FM)

Il territorio comunale ospitò uno stanziamento piceno di grande importanza, come dimostrano i resti di una necropoli risalente al VII secolo a.C.; più tardi i romani vi dedussero una colonia, sulle cui rovine i monaci farfensi costruirono una chiesa con torrione. A causa della sua posizione, il borgo rivestì una grande importanza strategica tra Medioevo e Rinascimento e più volte diede asilo a milizie mercenarie comandate da capitani di ventura. Il toponimo, privo di specificazione fino al 1863, allude chiaramente alla posizione arroccata del borgo. I caratteristici resti archeologici detti “morrecini” –pietre usate come monumenti funebri dagli abitanti della colonia romana, che vi appoggiavano le anfore contenenti le ceneri dei defunti– rappresentano, con la necropoli picena, una significativa testimonianza del passato remoto di questi luoghi. La chiesa di San Salvatore custodisce una Pietà quattrocentesca in legno e preziose reliquie: nel cosiddetto “tabernacolo della Croce” è conservato un pezzo di legno tradizionalmente considerato parte della croce a cui Cristo fu inchiodato sul Golgota. Di notevole interesse sono inoltre la slanciata facciata romanica della piccola chiesa di San Simone, ricavata da una torre di vedetta medievale, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, che custodisce un pregevole affresco anonimo risalente al 1546.


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